Territorio

 

 

TERRITORIO

 

 

Il Pallone di Gravina è identificato in un territorio ben preciso: l'Alta Murgia e più in particolare, Gravina di Puglia. La città, il territorio delle grave, della Gravina sotteranea, dell'enogastronomia d'eccellenza e di Papa Benedetto XIII. Eccovi una piccolissima presentazione del territorio dove viene prodotto e stagionato il Pallone di Gravina del Caseificio Artigianale dei F.lli Derosa.

 

 

GRAVINA DI PUGLIA

GRANA DAT ET VINA URBUS OPULENTA GARVINA HORTUS DELICIARUM

 

TERRITORIO

Gravina in Puglia, appartenente alla città metropolitana di Bari, è uno dei comuni più grandi d'Italia; infatti si estende su di una superfice di 384,74 km2, che ne fanno il 21° comune italiano per estensione territoriale. Ospita, tra le altre cose, anche la sede del Parco Nazionale dell'Alta Murgia; importante ente.

 

Il comune di Gravina, è situata tra il pre-Appennino lucano e la Murgia nelle zone terminali, con altitudine media di 360 m. Parte della città si estende sulle sponde di un crepaccio profondo, molto simile ai canyon, scavato nella roccia calcarea da un fiumiciattolo, il torrente Gravina, affluente del Bradano, da cui prendono il nome le famose gravine della Murgia, in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose cavità carsiche, come il profondo Pulicchio di Gravina e la profondissima Grave di Faraualla.

La vegetazione comprende numerosissime specie (pseudo steppe mediterranea - sulla Murgia) a cui si contrappongono interminabili uliveti e vigneti, ma anche la coltivazione del grano duro è tra le peculiarità del territorio. Il Bosco comunale Difesa Grande con i suoi 2.000 ettari è uno dei più importanti complessi boscati dell'intera Puglia. Situato a 6 km dal centro abitato di Gravina, nel medio bacino idrografico del fiume Bradano

 

Il toponimo "Gravina" proviene dalle gravine: spaccature della crosta terrestre simili a canyon (informazioni "Pagina Legenda" del sito). Sul motto riportato sul gonfalone cittadino vi è scritto “Grana dat et vina" (trad. "offre grano e vino"), attribuito alla città da Federico II di Svevia, il quale amava questa città tanto da definirla "giardino di delizie". Egli, infatti, fece realizzare in loco un castello, del quale restano delle rovine visitabili, che aveva la funzione di ospitare lui ed i suoi uomini, prima e dopo le battute di caccia svolte nel territorio murgiano.

 

STORIA

Grazie alla posizione strategica dei vari abitati, Gravina può vantare una storia antichissima. Il suo territorio risulta essere stato abitato già dal Paleolitico antico, data l'alta presenza di acque nel torrente della Gravina, mentre i resti più consistenti risalgono al Neolitico, sin dal 5950 a.C. (Casa S. Paolo e Ciccotto).

Gli insediamenti più antichi sono stati individuati nelle contrade di Botromagno, S.Paolo, Vagnari, S.Stefano e S.Staso (paleocristiano). I toponimi Sidis (Σίδις), Sìlbion (Σιλβìον), Sidìon, Silvium, Petramagna o Botromagno (nome della collina dove si è sviluppato l'antico abitato) e i nomi degli antichi indigeni, quali Sidini, Silvini, attestano che la città subì la colonizzazione peuceta, prima, e greca, poi. In seguito, la conquista romana, come confermato anche dagli evidenti scavi archeologici, le necropoli e i relativi corredi funerari.

 

Prima influenzata dai Greci, poi occupata da Roma, fu facile preda dei visigoti di Alarico e dei vandali di Genserico nel V secolo a.C. Distrutto il centro abitato, uno sulla collina di Botromagno e l'altro sul ciglio del burrone, la popolazione si trasferì nel sottostante burrone, dove alle grotte preesistenti aggiunsero altre abitazioni.

All'epoca di Alessandro il Molosso, divenne polis con diritto di coniare monete (Sidinon) e dopo la terza guerra sannitica (305 a.C.) divenne municipium romano, toccato dal tracciato della via Appia.

Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, seguì le vicende dell'intera Italia, passata attraverso l'effimero dominio dell'erulo Odoacre, il regno goto e, infine, all'inizio del V secolo, la riconquista dell'Impero ad opera di Giustiniano. Durante lo stesso secolo fu inglobata nel dominio dei nuovi invasori Longobardi, sino all'avvento dei Normanni. Intorno al 1006 fu contea con Accardo, padre di Umfrido. Questi nel 1091 ricostituì la diocesi e consentì la costruzione della cattedrale presso il castello, sul ciglio della "Gravina" tra i rioni, Piaggio e Fondovito.

 

Le famiglie degli Aleramici e dei De Say la elevarono a Marchesato; Federico II di Svevia, con Gilberto d'Aigle, la mise a capo del Giustizierato di Terra di Bari, ponendola in primo piano tra le città di Puglia per le sue ricchezze e bellezze naturali. Infatti, la sua contea comprendeva gli attuali territori dei comuni di: Altamura, Ruvo, Bitetto e Grumo Appula.

Dal 1267 al 1380 fu feudo degli Angioini ora d'Angiò, ora d'Ungheria. In questo stesso periodo, Gravina divenne città demaniale e feudale. Conobbe il Cristianesimo nel I secolo d.C. e fu evangelizzata da Basiliani, Benedettini, Francescani, Domenicani. Nel XIII secolo giunsero i monaci degli ordini cavallereschi: Templari e Cavalieri Gerosolomitani, che furono possessori di case e territori di grandi estensione. Nel XIV secolo divennero feudatari gli Orsini di Roma. Successivamente si avvicendarono i discendenti delle case Del Balzo e Anguillara, di Taranto e Solofra. Francesco Orsini, prefetto di Roma, elevò il feudo di Gravina in Puglia a ducato.

 

Gli Orsini furono signori dal 1380 al 1816. In questo lungo arco di tempo la città subì le prepotenze feudali, dell'alto clero e dell'oligarchia locale. La città è molto nota in quanto nel 1649 vi nacque Pietro Francesco Orsini. La situazione si aggravò durante il periodo borbonico, quando aumentarono angherie e violazioni di elementari diritti umani, tanto che Gravina contò molti rivoluzionari e patrioti dal 1789 sino all'Unità d'Italia, con una "vendita" carbonara. Protagonista delle vicende storiche di fine Ottocento ed inizio Novecento, contribuì moltissimo all'Unità d'Italia con patrioti e martiri delle guerre d'indipendenza e della prima guerra mondiale. Infatti, nella villa comunale, è stato dedicato loro un monumento dei caduti.

La città fu in parte danneggiata dai bombardamenti degli aerei tedeschi durante il secondo conflitto mondiale. Ancora oggi nella città di Gravina prende luogo la Fiera San Giorgio, che si ripete ogni anno dal 1294, in coincidenza con il Giorno della liberazione (25 aprile).

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

Eccovi una breve galleria fotografica dove potrete vedere squarci della citta di Gravina in Puglia e del suo territorio. Altre foto della Città di Gravina e delle bellezze artichettoniche e naturali, oltre che uno stage fotografico sul Pallone di Gravina del Caseificio Derosa, possono essere viste sul sito del fotografo gravinese Pietro Amendolara. Foto di Pietro Amendolara.

 

Clicca sulle immagini per vedere il formato grandi.

 

LEGENDA

 

Il Pallone di Gravina Presidio Slow Food é un formaggio dalle mille peculiarità e dalle tante sfaccettature. Il Pallone di Gravina è un prodotto di grande pregio dove storia, tradizione, territorio e peculiarità uniche nel suo genere si perdono nella notte dei tempi. Dietro questo formaggio vi sono studi, ricerche e tanto altro ancora che permettono di conoscerlo prima di degustarlo.

 

Calcarinite di gravina, ipogei, pasta filata e tanti altri sono le terminologie utilizzate. Per chi non dovesse essere completamente addentro a questi termini abbiamo approntato una legenda che li spiega. Il link sottostante vi condurrà nella sezione "Legenda" dove, appunto, avrete le informazioni necessarie per comprendere a meglio terminologie tecniche specifiche.

 

 

 

Per maggiori informazioni "Pagina Legenda" del sito

 

PALLONE DI GRAVINA

 

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